Ho degli splendidi ricordi legati all’epoca in cui la Nocerina era in serie B. Il calcio è sempre stato il mio sport preferito, ho conosciuto tanti amici frequentando lo stadio. Scommettere mi è stato spontaneo. Inizialmente, appena compiuti i 18 anni, scommettevo piccole cifre. Lo facevo per passione più che per guadagnarci davvero.
Ricordo ancora il mio primo guizzo nel mondo delle scommesse. Avevo scoperto e sfruttato un errore nel sistema: le squadre dal 14esimo al 18esimo posto erano rimaste per 13 partite senza pareggiare. Mi sembrava strano, statisticamente, finché a un certo punto hanno iniziato a pareggiare e io a vincere. In quel periodo, ho cominciato ad approfondire come la statistica, la matematica, “i numeri” che io amavo potessero essere sfruttati nel mondo delle scommesse. Ricordo di essere riuscito a guadagnare 500 euro a settimana per due mesi. Mi giocai anche due esatti fissi in Europa League: con 2 euro ne vinsi 180. Ero elettrizzato dai primi guadagni, anche se ancora un po’ dubbioso che quella fosse la mia direzione.
Inizialmente, a quest’euforia si contrapponeva lo scoraggiamento dopo alcune sconfitte e di fronte all’imprevedibilità di alcune partite. Oggi vivo tutto con molta serenità: attraverso l’esperienza ho imparato a gestire la singola sconfitta prendendo coscienza di quanto possa essere fisiologica e non determinante in un progetto a lungo termine. Ora la vedo come uno spunto di riflessione attraverso cui correggere i passi successivi.
Facendo esperienza, ho imparato che non c’è spazio per l’improvvisazione e che lo studio è fondamentale per progettare un presente e un futuro di successo.